[Contributors: FrancescoM]
In un
tripudio di ruvide chitarre, suggestioni punk e mistici suoni celtici, il
prossimo 6 febbraio fanno tappa all’Alcatraz di Milano i Dropkick Murphys. Nati nell’enclave irlandese a stelle e strisce
del Massachusetts, a Quincy nei pressi di Boston, con un nome ispirato a un
centro di riabilitazione, sono in breve tempo diventati gli energici aedi irish
di quella tradizione celtica un po’ guerriera un po’ beona, sempreverde come le
colline d’Irlanda e la birra del giorno di San Patrizio. Tra un drink e una
scazzottata, il sound del gruppo americano ha sedotto anche Hollywood e da lì,
come spesso accade, attraverso le immagini di un celebre film ha conquistato anche
le mie pigre orecchie. Galeotta fu una sequenza di Departed di Martin Scorsese,
nella quale le malefatte di un furioso Jack Nicholson erano accompagnate dalle
note di I'm Shipping Up to Boston, hit tratta dal loro quinto album The
Warrior's Code.
Da lì
grazie all’impagabile supporto di Google, Wikipedia e qualche pinta di Guinness
è partita la mia personale indagine, che qui riassumo in un breve bignami
dedicato a tutti coloro che ne volessero sapere di più. È l’anno 1996 e il
gruppo americano firma un contratto con l’Hellcat Records di Tim Armstrong dei
Rancid. Due anni dopo arriva il loro primo album d’inediti Do or Die, seguito nel
1999 da The Gang's All Here, all’interno del quale trova spazio
un’acceleratissima versione della celeberrima Amazing Grace.
Più
legato alla tradizione folk irlandese, invece, Sing Loud, Sing Proud!
del 2001 che ospita anche le cover di The Rocky Road to Dublin e di The
Wild Rover.
Un mix
di canzone popolare e della storica attenzione del gruppo per le tematiche
legate alla working class, caratterizza il disco del 2003 Blackout con le hit The
Fields of Athenry e Worker's Song.
Nel 2005
è la volta del già citato The Warrior's Code, dove trovano
spazio anche riflessioni legate alla guerra come la lenta The Green Fields of France,
cover del pezzo firmato nel 1976 da Eric Bogle, e o gli scampoli di lettere dal
fronte raccolti in Last Letter Home.
Due anni
dopo i Dropkick approdano nell’universo
Warner e il tocco della major si vede nell’album The Meanest of Times,
proposto anche in versione limited e deluxe. All’interno due reinterpretazioni
di Jailbreak
dei Thin Lizzy e di Baba O'Riley degli Who. Non mancano nemmeno una riedizione
della tradizionale Johnny I Hardly Knew Ye e il successo The State of Massachusetts.
Siamo al
2011, e la band sforna Going Out in Style, un concept album
che racconta le vicende di un immigrato irlandese, impreziosito dai contributi
di Bruce Springsteen e Fat Mike dei Nofx in Peg O' My Heart e in Going
Out in Style.
A questo
punto non resta che attendere l’appuntamento milanese all’Alcatraz per scoprire
dal vivo le note della loro ultima fatica, Signed and Sealed in Blood in uscita
a Gennaio.
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