domenica 26 luglio 2015

L'ABBRACCIO DI CRIOLO ALL' ITALIA: LIVE REPORT


Per la prima volta in Italia, lo scorso 21 luglio, si è esibito live a Carroponte, Criolo (nel 2012 il concerto fu annullato causa maltempo) uno degli artisti più rappresentativi della scena pop brasiliana degli ultimi anni. Con vent’anni di carriera alle spalle Kleber Cavalcante Gomes, aka Criolo, ha raggiunto il successo mondiale solo tre anni fa con Nó Na Orelha, un album che ha conquistato pubblico e critica (tre MTV Awards, Miglior album dell'anno per Rolling Stone) e che gli ha regalato ampia credibilità e molti ammiratori anche tra i suoi colleghi artisti, non ultime icone come Caetano Veloso, Chico Buarque, Ney Matogrosso e Milton Nascimento, con cui da allora ha cominciato a collaborare. Ma è con la sua ultima “arte”, come vorrebbe che si definisse, Convoque seu buda che Criolo ritenta la conquista dell’Italia con tre date che oltre a Carroponte toccheranno Roma (31 luglio – Eutropia Festival) e Oristano (1 agosto – Dromos Festival).

 
Tra gli spazi dell’ex Breda a Sesto San Giovanni, l’atmosfera che si respira sin dall’inizio
è quella verdeoro. Improbabile il contrario visto che l’80% del pubblico è brasiliano,
una piccola torcida milanese che attende il suo idolo tra cerveja bem gelada e tanta
allegria.Molti i ragazzi giovani presenti, increduli di poter vedere così da vicino quello che
per loro è una vera star intoccabile e inavvicinabile (a fine concerto una ragazza riesce
a eludere la sicurezza e a corrergli tra le braccia…).


Il live inizia con Covoque seu buda, un brano in cui racconta la storia di una periferia urbana, quella di San Paolo, affollata di storie ai margini dilaniate dall'ingiustizia sociale, dove la vita è lotta per la sopravvivenza. Sin dall’inizio si capisce che Criolo dà tutto sul palco, sia che ci siano 200 persone sia che ce ne siano 10mila. “Per me l’arte è condivisione non è business” ci racconta a fine concerto. Canta, rappa, balla come se entrasse in trance. Poco importa se a volte sembra essere scoordinato nei movimenti, basta la sua carica, la sua gioia di vivere e di essere lì a fare ciò che più li viene naturale fare: musica, poesia, arte. E’ uno di quegli animali da palcoscenico non costruiti che ormai è raro vedere. Pochi fronzoli, tante note, passione e amore per quello che la vita gli ha donato.



Il concerto prosegue con gli altri brani dell’album Convoque seu buda, da Esquiva de Esgrima a Deus de Cinco, da  Cartão de visita a Plano de vôo  tra musica rap, afrobeat, samba e reggae. Il pubblico balla, canta lo acclama. L’atmosfera si fa ancora più calda quando la band inizia a suonare due dei suoi maggiori successi del rapper paulista: Não Existe Amore em Sp e Bogotà entrambi estratti da Nó Na Orelha.



A fine show il pubblico si accalca a retro palco per salutarlo, così il management decide di preparare una sorta di meet&greet nell’area del merchandising. Criolo passa un’ora con il suo pubblico. Abbraccia i fan uno ad uno come se fosse un padre premuroso, li ascolta come un amico, firma autografi e fa foto. Non gli pesa e si vede.




Figlio d’immigrati dal nord est del Brasile, Criolo è cresciuto in Grajaú (Zona Sul), una delle tante baraccopoli che circondano São Paulo. La sua avventura è iniziata in una casa improvvisata senza acqua corrente e con il pavimento di fango, nell’altra faccia del Brasile: un ambiente urbano difficile che ha tuttavia permesso a Criolo di affinare un forte senso di comunità che custodisce ancora in modo molto chiaro. Criolo non ha dimenticato chi è, da dove arriva, non ha scordato le difficoltà che ha incotrato. Lo si percepisce non solo dalle parole delle sue canzoni, ma anche dall’atteggiamento umile che dimostra davanti a chi lo acclama come una star. Una scoperta non solo musicale quella di ieri sera, ma soprattutto umana. Se passate da Roma o da Oristano non potete perdervelo.



Grazie Criolo!


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