venerdì 14 dicembre 2012

IL PUNK CELTICO DEI DROPKICK MURPHYS ARRIVA ALL’ALCATRAZ


[Contributors: FrancescoM]

In un tripudio di ruvide chitarre, suggestioni punk e mistici suoni celtici, il prossimo 6 febbraio fanno tappa all’Alcatraz di Milano i Dropkick Murphys. Nati nell’enclave irlandese a stelle e strisce del Massachusetts, a Quincy nei pressi di Boston, con un nome ispirato a un centro di riabilitazione, sono in breve tempo diventati gli energici aedi irish di quella tradizione celtica un po’ guerriera un po’ beona, sempreverde come le colline d’Irlanda e la birra del giorno di San Patrizio. Tra un drink e una scazzottata, il sound del gruppo americano ha sedotto anche Hollywood e da lì, come spesso accade, attraverso le immagini di un celebre film ha conquistato anche le mie pigre orecchie. Galeotta fu una sequenza di Departed di Martin Scorsese, nella quale le malefatte di un furioso Jack Nicholson erano accompagnate dalle note di I'm Shipping Up to Boston, hit tratta dal loro quinto album The Warrior's Code.

 
Da lì grazie all’impagabile supporto di Google, Wikipedia e qualche pinta di Guinness è partita la mia personale indagine, che qui riassumo in un breve bignami dedicato a tutti coloro che ne volessero sapere di più. È l’anno 1996 e il gruppo americano firma un contratto con l’Hellcat Records di Tim Armstrong dei Rancid. Due anni dopo arriva il loro primo album d’inediti Do or Die, seguito nel 1999 da The Gang's All Here, all’interno del quale trova spazio un’acceleratissima versione della celeberrima Amazing Grace.


Più legato alla tradizione folk irlandese, invece, Sing Loud, Sing Proud! del 2001 che ospita anche le cover di The Rocky Road to Dublin e di The Wild Rover.


Un mix di canzone popolare e della storica attenzione del gruppo per le tematiche legate alla working class, caratterizza il disco del 2003 Blackout con le hit The Fields of Athenry e Worker's Song.


Nel 2005 è la volta del già citato The Warrior's Code, dove trovano spazio anche riflessioni legate alla guerra come la lenta The Green Fields of France, cover del pezzo firmato nel 1976 da Eric Bogle, e o gli scampoli di lettere dal fronte raccolti in Last Letter Home.


Due anni dopo i Dropkick approdano nell’universo Warner e il tocco della major si vede nell’album The Meanest of Times, proposto anche in versione limited e deluxe. All’interno due reinterpretazioni di Jailbreak dei Thin Lizzy e di Baba O'Riley degli Who. Non mancano nemmeno una riedizione della tradizionale Johnny I Hardly Knew Ye e il successo The State of Massachusetts.


Siamo al 2011, e la band sforna Going Out in Style, un concept album che racconta le vicende di un immigrato irlandese, impreziosito dai contributi di Bruce Springsteen e Fat Mike dei Nofx in Peg O' My Heart e in Going Out in Style.


A questo punto non resta che attendere l’appuntamento milanese all’Alcatraz per scoprire dal vivo le note della loro ultima fatica, Signed and Sealed in Blood in uscita a Gennaio.

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